Luigi Golinelli
"poeta dell'essenziale"
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I Frutti del Pensiero

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Premessa alla silloge inedita Varuna

Incredibili giochi di luce ed ombre, pindarici voli dell’ anima oltre la quotidianità, impegno costante dell’io nella ricerca della verità circoscrivono l’ esperienza poetica di uno spirito eletto che ha giurato fedeltà alle cose piccole ed umili.

“Voglio volare sopra il pensiero e dall’ alto guardare le cose più piccole… per tornare uomo dopo il sogno infinito dove tutto ruota e muore ogni attimo”.

Ricerca costante ed affannosa che contrappone l’Essere al Poter Essere, il sogno della realtà. Una dicotomia poetica che oscilla continuamente dal negativo al positivo, dal finito all’ infinito e nell’ armonia di una rapsodia poetica, eleva al cielo i tormenti dell’ anima.

 

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“Spezzerò in mille pezzi il sogno di una notte. Ne raccoglierò ogni frammento di luce, ogni goccia di nettare, per seminare speranza ogni nuovo giorno”.

Oltre l’ apparenza delle cose per riscoprire le proprie origini e l’ identità perduta, per lasciar germogliare nuovi arbusti e riscoprire il senso della vita. Dall’ interiorità al mondo e viceversa , la Poesia, incisiva ed efficace, genera un microcosmo di affetti ed emozioni che affascinano il lettore dalla prima all’ ultima lirica.

“Ho navigato mari infiniti, ho attraccato a mille porti, per tornare dove l’ orizzonte a volte è più liscio, a volte disegna contorni di monti, sipario sollevato dal vento”.

L’ utilizzo della metafora poetica consente all’ artista di esprimere l’ inesprimibile, inseguendo i grandi temi della vita e della morte tra incredibili giochi arabescati, mentre la fiaccola della speranza continua a proiettare la sua eterna fiammella sullo scenario del domani nella speranza che l’ Uomo possa finalmente essere Uomo.

Professoressa Rita Gaffé

 

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Dimensioni

(Poesie 2002-2003)
INSOSPETTATE PRESENZE  di Maria B. Colombo

Luigi Golinelli ha le mani robuste del modenese, i baffi celtici del modenese, il viso rubicondo del modenese, la corporatura solida del modenese a cui piacciono tortellini e culatello. Quando, però, apri uno dei suoi libri scopri un mondo che non avresti mai sospettato. Non è uno di quei poeti che si piangono addosso né la sua poesia è triste, incompresa, solitaria o magari incomprensibile, ma per fracassamento (quello sì) anche lui non scherza affatto!

Nei suoi versi c’è una ricerca interiore, una introspezione profonda. Solitudine, tristezza, malinconia aleggiano fra le parole robustamente contrastate da una mentalità ch’è fortemente positivista. Luigi non nega l’esistenza di rivalse o scoramenti di fronte alle brutture della vita, ma sempre qua e là occhieggia la speranza, la gioia, il riscatto, la certezza che il meglio sia sempre possibile nonostante tutto. Luigi è uno di quei talenti naturali che si nascondono in mezzo alle miriadi di persone che poesia non hanno niente a che spartire. La professione  lo porta da tutt’altra parte, ma lui è uno di quelli con la gobba, uno di quelli che non mollano, che non possono fare a meno della poesia, perché lui la poesia ce l’ha nel sangue come una malattia, un virus,un gene dispettoso.

La sua ultima raccolta non fa che confermare quest’immagine: poesie perlopiù brevi, sintetiche, ispirate dai fatti della vita quotidiana, che però inducono l’autore a considerazioni più generali, alla ricerca d’idee e di sentimenti. Luigi Golinelli s’esprime al meglio, come sempre del resto, in quelli che io amo chiamare quasi aforismi, perché in quelle occasioni sa concentrare in poche parole tutta la folla dei pensieri, anche loro sempre in bilico fra sogno e realtà, verità e utopia, ragione e desiderio, come capita spesso ai poeti, quelli veri.

 

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